Big Sleep e Google Rivoluzionano la Cybersecurity: AI Svela e Corregge una Grave Vulnerabilità in SQLite

Big Sleep e Google Rivoluzionano la Cybersecurity: AI Svela e Corregge una Grave Vulnerabilità in SQLite

Intelligenza Artificiale al Servizio della Cybersecurity: Scoperta e Risoluzione Rapida di una Vulnerabilità da Google

Il progresso tecnologico porta con sé tanto benefici quanto sfide, in particolare nel campo della sicurezza informatica. Google, sempre all’avanguardia nelle innovazioni tecnologiche, ha di recente fatto una scoperta significativa grazie all’intelligenza artificiale, dimostrando il potenziale difensivo di queste tecnologie emergenti. Uno dei suoi sofisticati agenti AI, noto come Big Sleep, ha individuato una critica vulnerabilità di sicurezza legata alla memoria nel popolare database engine open source, SQLite.

La problematica identificata riguardava uno stack buffer underflow, che, se sfruttata, avrebbe potuto permettere a un attacker di provocare un crash del sistema o persino l’esecuzione di codice arbitrario. Fortunatamente, grazie all’intervento tempestivo di Google, la falla è stata segnalata e risolta dagli sviluppatori di SQLite il giorno stesso in cui è stata scoperta, ancora prima di influenzare versioni ufficiali software ed utenti finali.

Questa non è solo una testimonianza delle capacità di Big Sleep, sviluppato dalla collaborazione tra Google Project Zero e DeepMind, ma rappresenta anche il primo caso noto dove un agente AI identifica autonomamente una vulnerabilità sconosciuta e potenzialmente sfruttabile in software ampiamente utilizzati nel mondo reale. Interessante notare come il classico metodo di fuzzing, che implica l’introduzione di dati casuale per scoprire bug, non sia stato sufficiente a identificare questo problema specifico, sottolineando l’efficacia e la necessità di soluzioni AI più avanzate in questo campo.

La stessa Google ha osservato: “Pensiamo che questo lavoro abbia un enorme potenziale difensivo“. La tecnologia IA non solo supporta il fuzzing ma apre la porta a nuovi metodi per scoprire e mitigare vulnerabilità che sono ardue da rilevare attraverso tecniche tradizionali.

In parallelo, a ottobre, Protect AI ha rilasciato Vulnhuntr, uno strumento gratuito e open source che utilizza un altro modello di intelligenza artificiale, fornito da Anthropic’s Claude, per identificare vulnerabilità zero-day in progetti Python. Questo dimostra un trend in crescita verso l’uso di AI per la sicurezza informatica, sebbene con approcci e obiettivi diversificati.

Concludendo, mentre Google e altri si spingono nella frontiera dell’intelligenza artificiale per rafforzare la cybersecurity, è cruciale considerare queste tecnologie non solo come strumenti di difesa ma anche come elementi proattivi nella ricerca di falle di sicurezza. La modalità con cui Big Sleep ha operato potrebbe presto diventare uno standard, riducendo il gap e aumentando significativamente la velocità con cui si possono individuare e neutralizzare minacce informatiche. Ciò premessa, l’intelligenza artificiale si sta affermando come una componente indispensabile nella lotta contro le vulnerabilità informatiche, promettendo un futuro dove la sicurezza informatica è sempre più resiliente e anticipatoria.

Cyber Net Now

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